domenica 22 febbraio 2015

- Perú: Progreso Para Todos -

- Perú: Progreso Para Todos -


Lima, megalopoli di 8 milioni di abitanti con l'agglomerato urbano ne comprende complessivamente 11. 
Undici milioni di persone che ogni giorno si svegliano presto per affrontare un traffico selvaggio e senza senso. La stragrande maggioranza della popolazione non possiede un'auto; ció nonostante le statistiche riportano che ogni anno il numero dell enuove auto immatricolate aumenta del 30%. Ma il numero di patenti emesse rimane pressoché invariato.
Un continuo boom economico e sociale che avanza sulla cittá come un lento tsunami. Da alcuni quartieri semi centrali verso le municipalitá piú periferiche si espande inesorabilmente l'inarrestabile tsunami del consumismo. Lunghe vie di fast food che propongono per lo piú pollo e patatine fritte, nuovi centri commerciali che sorgono a ridosso di case nemmeno ultimate, ovunque odore di fritto misto al pesante smog.
Ma la capitale del Perú é stata, almeno secondo i limeños, la cittá dei giardini fino a pochi decenni fa.
Se domandate a chiunque vi racconteranno che i decenni del terrorismo di Sendero Luminoso furono caratterizzati da un massiccio spostamento di famiglie dalla regione andina e amazzonica verso la capitale. Il controllo dello stato non é mai stato effettivo e nemmeno incisivo, cosí la capitale e ele altre cittá della costa rappresentavano poli attrattivi per chi scappava al terrorismo rosso.
Cosí in meno di 3 decenni la cittá ha visto moltiplicarsi i propri abitanti in maniera spaventosa: negli anni '60 la popolazione raddoppió arrivando a oltre 2 milioni e mezzo. Fino a metá degli anni '50 i limeños erano meno di un milione. L'inettitudine della classe dirigente ha fatto il resto.
Il limeño tipo quando parla con orgoglio della storia nazionale parla di Perú, con ''p'' de patria. Altrimenti fuori da Lima é ''provincia''.
A me la societá limeña ricorda molto l'Italietta mediocre e spendacciona degli anni di Craxi. 

Ma ció che colpisce piú  a Lima come nel resto delle cittá del Sud America sono gli abissali contrasti socio-economici. L'immagine urbana tipica é una donna andina che chiede l'elemosina a lato di un grattacielo sede di diverse multinazionali.
Per me il contrasto piú assordante é l'immagine della propaganda commerciale che promuove un presunto modello di benessere raggiungibile da sempre piú persone. Nei quartieri dalle antiche case basse a uno o due piani sorgonono come funghi palazzoni bianchi da 11- 15 piani. I prezzi degli immobili nuovi triplicano entro i primi 5 anni e le vendite degli appartamenti nuovi si esauriscono prima del completamento dello stesso edifcio.
Il ceto medio a Lima rappresentato dai colletti bianchi é in forte espansione. Un esercito di impiegati che non possiede ancora ma sa che ha il diritto di consumare. Per cui dopo lavoro ci si ferma nel fastfood lungo la strada che ti propone junk food a prezzi non proprio popolari. Il ceto medio inizia a far la spesa ai supermercati nuovi dove anche se non ci si puó riempire il carrello bisogna presenziareogni fine settimana. Fare la spesa in un supermercato peruviano costa praticamente come in un discount europeo. Parecchio se si considera lo stipendio medio. Poi, dato che fai la spesa al supermercato perché fa figo ma non hai l'auto per trasportare la spesa a casa, al tuo servizio il supermercato ti fornisce un baldo giobane mestizo che é ben contento di portarti il carrello fino a casa. Tu, risparmioso padre di famiglia sfili per l'avenida con tua moglie tirata a lucido e i due bimbi al seguito.

Il nuovo paradigma della societá limeña é consumo ergo sum. Tutto si compra per essere consumato in maniera massiva. Io personalmente non riesco a immaginare come puó vivere una popolazione a questi ritmi: 11 milioni di abitanti che ogni giorno esige un piatto a base di carne o di pollo, consuma cibo e bevande confezionate senza pensare nemmeno alla possibilitá di reciclare la confezione di plastica. Plastica ovunque e con vita breve: un sacchetto ti serve per la spesa poi lo butti; una bottigliati serve per dissetarti poi la getti insieme a qualsiasi sorta di rifiuto, magari per strada.
L'ignoranza e l'arroganza di non comprendere che il ricliclo dei rifiuti urbani potrebbe dare reddito piú di quanto si estrae da qualche miniera nella Sierra Andina. 
Mediocritá, arroganza, pigrizia, omologazione al consumo. Aspirazione ad aquistare un suv per circolare in una cittá in cui il traffico é tanto che a certe ore arriveresti a destinazione prima a piedi.
Ogni volta che ti sposti a piedi é un'ulcera perforante. Ti tagliano la strada sulle strisce, fanno slalom tra i pedoni. Se ci si mette in prossimitá di un incrocio non si vedrá nemmeno un'auto con il faro dello stop accesso: nessuno frena, tutti passano in un continuo flusso caotico.
Allora diventi nervoso ogni volta. Allora attraversi con i pugni chiusi pronti a batterli sul cofano dell'auto che ti taglia la strada. E si si fermano per reagire? Magari mi levo il prurito dalle mani.

Altro contrasto al limite della decenza é rappresentato dalla televisione nazionale e dai contenuti dei suoi programmi. Il programma tipo é un talk show dove un branco di bianchi palestrati e fancazzisti passa ore a dibattere sull'ultima relazione di un personaggio famoso. 
Talk show i cui partecipanti hanno un quoziente intellettivo che a Marco Bettello andrebbe l'oscar insieme a Luca Giurato. ( e andatevi a cercare su Youtube chi é M. Betello) ! La conduzione sempre in mano a una gallina da brodo che ha reso benestante qualche chirugo estetico della capitale. In confronto la Venier e Alda D'Eusanio sono ragazze acqua e sapone.
Meno del 40% della popolazione limeña é bianca, eppure in tv non vedi un indigeno. Il paradigma estetico é il tipico gringo, pelle chiara e tratti europei. Eppure la stragarande maggioranza della popolazione é palesemente di discendenza amerinda. 
Mi chiedo perché non sia mai scoppiato un conflitto di carattere etnico.
Ma dalla radio e dalla tv uno spot del governo rassicura con una bombardante propaganda che promette in continuazone: Perú, progreso para todos.