Forse ci eravamo abituati che volevamo troppo da queste
righe. E qualche volta quando il cuore è pesante e le rive italiane ci mancano
ci avrebbe fatto piacere scrivere, ma abbiamo una sorta di ansia da prestazione…
come se non ce ne fosse già abbastanza nell’affrontare questa vita.
Però adesso non mi interessa se scriverò bene o male. Ho solo
bisogno di sedermi a un tavolino di legno del cortile e scambiare due parole
con voi, seduti su sedie di vimini sfilacciato. Un fiasco di vino e sette
caffe, uno lungo.